Dopo l'utilizzo in ambito professionale per la fisioterapia, per l'estetica, per lo sport agonistico, da qualche anno l'elettrostimolazione muscolare ha avuto un boom commerciale ed una divulgazione senza precedenti.
Il mercato offre apparecchi ad altissime prestazioni e prezzi accessibili, favorendo così un'ampia diffusione.
Funziona veramente?
Chi è scettico sull'efficacia del metodo, non ha ragione di esserlo. Lo stimolo elettrico, pur essendo artificiale, produce un lavoro muscolare involontario ma reale, che consiste in contrazioni anche molto forti, in rapporto all'intensità prescelta. L'evoluzione tecnologica fa sì che gli stimoli, se applicati correttamente, non producano né dolore né bruciore, se non una strana sensazione cui ci si abitua dopo poche sedute. Si ottengono adattamenti fisiologici simili a quelli dell'allenamento volontario e talvolta anche superiori. La differenza rispetto all'attività volontaria è negli effetti generali. Lo stimolo artificiale agisce a livello periferico (muscolo) e non consente di ottenere tutti i vantaggi dell'allenamento naturale, quali il benessere psico-fisico, il miglioramento dell'equilibrio, della coordinazione, delle capacità dell'apparato cardio-circolatorio, ecc.
Al contrario, bisogna dire che l'elettrostimolazione muscolare può essere utilizzata quando non è possibile fare allenamento, per esempio in una convalescenza o se problemi articolari costringono all'immobilità.
Meglio con l'aiuto di un esperto
In alcuni casi l'informazione pubblicitaria suscita aspettative non raggiungibili. Confidare in risultati miracolosi, senza alcun sacrificio, sarebbe pura illusione. L'elettrostimolazione muscolare, da sola, non è in grado di risolvere così tanti problemi, ma un uso razionale nell'ambito di una più vasta programmazione può senz'altro essere utile, come applicazione complementare per il miglioramento delle prestazioni sportive, del tono muscolare e della forma estetica. Inoltre, senza una pianificazione specifica, si corre il rischio di un uso improprio. Gli schemi d'applicazione consigliati nei manuali sono generici e non sempre si adattano alle esigenze soggettive.
Facciamo qualche esempio:
gli addominali ed i glutei sono i muscoli più elettrostimolati per esigenze estetiche, ma influenzano anche l'equilibrio del bacino e della colonna vertebrale. Che cosa succederebbe se un soggetto con atteggiamento cifotico, oppure con riduzione della lordosi lombare, facesse un uso frequente dell'elettrostimolazione? E se un soggetto con iperlordosi lombare stimolasse i muscoli della schiena? Se invece si stimolassero dei bicipiti femorali già retratti che causano disturbi di mobilità? Beh, di certo non farebbe bene. Sebbene i produttori forniscano manuali d'istruzioni e consigli per l'uso, sarebbe comunque preferibile avvalersi della consulenza di un professionista esperto per definire le esigenze individuali in base alla postura, alla costituzione, ecc., per sfruttare al meglio le potenzialità di questo metodo.
Quando non conviene utilizzarla
L'elettrostimolazione muscolare potrebbe essere controindicata nei soggetti affetti da patologia acuta. E' da evitare in caso di epilessia, grave osteoporosi o tumore osseo, ipertensione arteriosa, gravidanza, cancro, patologie della pelle, pace-maker, cardiopatie o aritmie (non applicare mai sul cuore), insufficienza renale e sotto trattamento di farmaci Betabloccanti. I soggetti molto grassi dovrebbero sapere, prima di acquistare un elettrostimolatore, che il tessuto adiposo agisce come isolante, quindi limita l'efficacia degli stimoli elettrici sui muscoli.